Il livello di civiltà e di raffinatezza culturale di una nazione non lo si desume solamente dall’arte e dall’architettura, ma anche dalla qualità della sua tradizione culinaria. Questa volta, voglio raccontare della deliziosa cucina georgiana. La Georgia infatti ha una cucina estremamente sana, ricca e variegata, in tutte le sue accezioni locali. Ecco una carrellata dei principali piatti che troverete nelle diverse zone del paese.
Partiamo dai più celebri, i Khinkali: si tratta di involtini di pasta ripiena di diversi tipi di carne e spezie, cotti in acqua bollente e serviti nel piatto senza liquido di cottura, dato che il brodo è dentro questa specie di ravioli.
Acharuli khachapuri preparato in casa. Il Khachapuri è una focaccia ripiena di formaggio mangiata quotidianamente a pranzo o cena o addirittura a colazione. Questo piatto cambia notevolmente da zona a zona, particolare è quello realizzato nella regione di Batumi (Acharuli Khachapuri) dove vi viene cotto sopra anche il tuorlo di un uovo.
Buonissimi anche il Mtsvadi, spiedini di carne marinata e arrostita
e il Satsivi, pollo o tacchino in salsa di noci.
Interessanti anche i molti piatti vegetariani quali il Pkhali, polpette fredde composte da un mix di verdure tritate (cavoli, melanzane, spinaci, fagioli, barbabietole combinate con noci macinate, aceto, cipolle, aglio ed erbe aromatiche)
e il Ghomi, la polenta georgiana con formaggio sulguni affumicato;
Ottimo anche il lobio Qotanshi, una zuppa di fagioli con coriandolo, noci, aglio e cipolla, oppure il lobio, una pagnotta morbida ripiena di fagioli
e il Nigvziani Badrijani, melanzane fritte ripiene di noci speziate e pasta all’aglio, spesso condite con semi di melograno.
I tipi di pane più popolari sono lo Shoti, simile alla baguette francese e cotto nel tipico forno circolare georgiano (il tone), e quello realizzato con il mais denominato Mchadi.
Gustosi anche i dolci, tra i quali degni di menzione sono il Pelamushi, un dessert comunemente preparato in autunno, composto da una gelatina densa e dura a base di succo d’uva e farina e i Churchkhela, sfilatini legati da un filo, preparati con noci, nocciole, mandorle, semi di zucca puliti e frutta essiccata di vario tipo, immersi a più riprese in succo di uva o di mora altamente condensato e poi essiccati all’aria.
Tratto dal libro “SAKARTVELO” – Viaggio in Georgia, la perla del Caucaso di Francesco Trecci
Francesco Trecci è nato e vive a Firenze, si è laureato in Scienze Politiche e Storia Medievale, lavora nel campo dell’informatica ma da ventitre anni ha una grandissima passione per la storia e la cultura georgiana. In questi anni ha effettuato tanti viaggi nel paese, parla georgiano e ha pubblicato nel 2016 “Storia della Georgia dalle origini ad oggi” e nel 2017 “Georgia, il paese che Dio voleva per sé”.
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